Annibale Carracci (Bologna 1560 – Roma 1609) e bottega
Tabernacolo portatile con la Pietà, scene di santi e martiri

1603

olio su tavola e rame, ebano, oro

cm 43,8 x 31,2 (chiuso)

Palazzo Barberini

Inv: 1025, 1025 bis

L’altarolo, prezioso oggetto di devozione privata, ha una forma a trittico, con le ante laterali richiudibili e dipinte su entrambi i lati. Nello scomparto centrale è raffigurata una scena di Compianto, con i personaggi disposti a ventaglio: in piedi, ammantata di rosso, la Maddalena, alla quale segue Giovanni, chinatosi a sorreggere Maria, ormai priva di sensi; infine, il corpo di Gesù, armonioso seppur esanime, la cui forma serpentinata è ricorrente nelle numerose Pietà dipinte da Annibale Carracci.
Il pathos è intenso: Maria non è seduta, come di consueto, ma distesa guancia a guancia accanto al figlio. Gli angioletti, tristi e inconsolabili, esprimono al fedele tutta la sofferenza della scena: uno di loro indica la corona di spine, per sollecitare la meditazione sulla Passione di Gesù.
Negli scomparti laterali interni, si trovano santa Cecilia (a sinistra, con iscrizione ANGELO.AMATORE(?) BEATISSIMA VIRGO), sant’Ermenegildo (a destra, corredato dalla frase REX REGEM REGUM COLUIT); in basso, scene del loro martirio. Sulle facce esterne, invece, san Michele Arcangelo e l’angelo custode, sormontati rispettivamente da Cristo e Dio Padre.
L’altarolo venne commissionato dal cardinale Odoardo Farnese, che con le grandi imprese decorative di Palazzo Farnese, prime fra tutte la Galleria, aveva inaugurato la fortuna della scuola bolognese a Roma.