Antoon Van Dyck (Anversa 1599 - Londra 1641)
Madonna della paglia

1625-1627 ca.

olio su tela

cm 110 x 87

Galleria Corsini

Inv: 111

L’opera venne realizza da Antoon Van Dyck all’epoca del suo soggiorno a Genova, e donata ai fratelli Cornelis e Lucas de Wael che lo avevano accolto e supportato in città.
Nella sua sobrietà, l’immagine concentra in sé un’insolita pluralità di significati. La presenza dell’asinello e della paglia nella mangiatoia richiamano la Natività, ma sono assenti sia San Giuseppe che il bue. La veste semiaperta della Madonna assimilerebbe l’opera alla Madonna del Latte, soggetto molto amato nell’arte sacra ma osteggiato dalla Chiesa dopo che il Concilio di Trento aveva sconsigliato soggetti che in qualche modo fossero sconvenienti. Quindi il seno della Vergine è opportunamente nascosto dalla testolina dell’infante.
L’opera si presenta secondo i canoni della “prolessi della Passione”, per cui l’immagine è disseminata di “indizi” premonitori del destino di sofferenza e morte che in differenti modi attende entrambi: la Vergine contempla il figlioletto con mestizia, mentre lo avvolge in un panno bianco che allude al sudario del sepolcro.
Anche il sonno del bimbo è prefigurazione della morte, così come la paglia che richiama il pane eucaristico e l’offerta del corpo e del sangue di Cristo; mentre su tutto pesa allusiva un’atmosfera crepuscolare e malinconica.